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«I problemi aumentano»

A Palazzo federale, gli instancabili fautori delle liberalizzazioni le stanno studiando tutte per consentire gli acquisti 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Questa volta si tratta di estendere gli orari di apertura dei negozi dei distributori di benzina 24 ore al giorno. Seguirà poi il commercio al dettaglio nel suo complesso. Tuttavia solo i grandi commercianti al dettaglio possono permettersi un’attività 24 ore su 24. I negozi di paese, che in larga misura non sono altro che delle imprese familiari, non potranno affatto permettersi quest’ulteriore aggravio. La conseguenza: la decimazione dei piccoli negozi verrà ulteriormente accelerata. Con orari di apertura di 24 ore i commessi e le commesse saranno costretti/e a lavorare maggiormente di notte e di domenica. E oggi è assodato che il lavoro notturno nuoce alla salute. Se i negozi verranno aperti 24 ore su 24, per il personale cresceranno i problemi per far conciliare lavoro, tempo libero e famiglia. Personalmente io non voglio che la nostra diventi una società all’americana!

«quando si guardano

le conseguenze...»

Come consumatrice mi è già capitato di essere contenta di poter fare alcuni acquisti, specialmente di beni di prima necessità, in tarda serata oppure di domenica in un distributore di benzina. Posso anche immaginare che qualche lavoratore (ad esempio uno studente) sia d’accordo di lavorare a questi orari. Ma in questo contesto e vedendo a quali conseguenze e a quali abusi porterebbe questa liberalizzazione, sono comunque convinta che si debba votare NO.

«Inaccettabile»

È inaccettabile che proprio i collaboratori degli shop dei distributori di benzina, che hanno salari da fame e che non sono soggetti a un CCL, debbano essere le prime vittime di un annacquamento della legge del lavoro!

«Indicibile revisione della legge»

Anch’io lavoro durante orari marginali o di notte. Devo esercitare un servizio di picchetto, ma non si tratta della normalità e non vale per tutti, cosa che invece vorrebbe l’indicibile revisione della legge sul lavoro. Mi auguro per tutti che questo non accada e so di cosa parlo.

«Conseguenze pesanti»

Non dev’essere scontato poter comprare tutto dappertutto, in tutti i giorni dell’anno e 24 ore su 24. Per questo è importante che ci impegniamo per il referendum “No alla giornata di lavoro di 24 ore”.

Molte cose, già oggi, devono funzionare – com’è giusto – 24 ore su 24. E ora anche gli orari di apertura dei negozi al dettaglio dovrebbero venir completamente liberalizzati. In questo modo, sempre più persone dovrebbero lavorare in orari nei quali le persone normalmente si incontrano e le famiglie possono fare qualcosa insieme.

Io stesso ho lavorato tutta la vita con orari di lavoro irregolari, dapprima come cuoco poi come autista di tram e ora come controllore di biglietti. Nessuno fa qualcosa del genere per periodi lunghi se gli si offrono altre possibilità. Il prezzo che io pago per avere un lavoro irregolare è alto: sono libero mentre gli altri lavorano e lavoro quando gli altri sono liberi (vi sono mesi nei quali io lavoro per tre fine settimana). Qualche volta vengo messo al corrente del mio piano di lavoro solo con un mese di anticipo. Se voglio incontrarmi con gli amici, non esistono quasi orari comuni per farlo; con i miei orari di lavoro è quasi impossibile coltivare amicizie. Non posso impegnarmi in nessuna associazione perché sono più le volte che manco di quelle in cui sono presente e la mia compagna deve rassegnarsi al fatto che possiamo fare poche cose insieme.

Per me è chiaro che le persone, in alcuni luoghi, debbano poter fare acquisti se il frigo la sera, o la domenica, è vuoto. Con il referendum, però, lottiamo per far sì che non cresca il numero delle persone che non possono essere a casa quando la famiglia è libera solo perché è gradevole, bello o stimolante poter fare acquisti durante tutto l’arco della giornata. E poi, questo è solo un passo ulteriore verso lo smantellamento della tutela dei dipendenti. E già si discute se ridurre l’età di protezione della gioventù, di facilitare il lavoro notturno continuato e fare concessioni generose per il lavoro notturno e domenicale nell’industria. Per le persone coinvolte e per i loro figli, tutto ciò ha conseguenze molto pesanti. Allora fate come me e dite NO. Firmate il referendum “No alla giornata di lavoro di 24 ore!”.

Nota importante: la questione riguarda anche la tua famiglia, i tuoi amici e i tuoi colleghi. Anche loro dovrebbero firmare il referendum.

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